Fahreneit 451  

Ray Bradbury

1953
TESTI
 


«Quando ha avuto origine questo nostro lavoro, tu vuoi sapere, non è vero? come si determinò e dove e quando? Bene, a dirti la verità, sembra che abbia avuto inizio dopo un certo evento chiamato Guerra di Secessione. Ma il nostro Regolamento sostiene che la milizia del fuoco sia stata fondata anche prima. Il fatto è che la società non ha vissuto bene che quando la fotografia ha cominciato a vivere di vita propria. Poi... il cinematografo nella prima metà del Ventesimo Secolo. La radio, la televisione... Le cose cominciarono allora ad avere massa.»

Montag, sempre seduto nel letto, non si mosse. «E poiché avevano massa, divennero più semplici» riprese il capitano. «Un tempo, i libri si rivolgevano a un numero limitato di persone, sparse su estensioni immense. Ed esse potevano permettersi di essere differenti. Nel mondo c'era molto spazio disponibile, allora. Ma in seguito il mondo si è fatto sempre più gremito di occhi, di gomiti, di bocche. La popolazione si è raddoppiata, triplicata, quadruplicata. Film, radio, riviste, libri si sono tutti livellati su un piano minimo, comune, una specie di norma dietetica universale, se mi intendi. Mi intendi?»

«Credo di sì.»

«Immagina tu stesso: l'uomo del diciannovesimo secolo coi suoi cavalli, i suoi cani, carri, carrozze, dal moto generale lento. Poi, nel ventesimo secolo, il moto si accelera notevolmente. I libri si fanno più brevi e sbrigativi. Riassunti. Scelte. Digesti. Giornali tutti titoli e notizie, le notizie praticamente riassunte nei titoli. Tutto viene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo.»

«Finale esplosivo» e Mildred annuì, approvando.

«Le opere dei classici ridotte così da potere essere contenute in quindici minuti di programma radiofonico, poi riassunte ancora in modo da stare in una colonna a stampa, con un tempo di lettura non superiore ai due minuti; per ridursi alla fine a un riassuntino di non più di dieci, dodici righe di dizionario. Ma eran molti coloro presso i quali la conoscenza di Amleto (tu conosci certo questo titolo, Montag) si riduceva al "condensato" d'una pagina in un volume che proclamava: Ora finalmente potrete leggere tutti i classici. Non siate inferiori al vostro collega d'ufficio. Capisci? Dalla nursery all'Università e da questa di nuovo alla nursery. Questo l'andamento intellettuale degli ultimi secoli.

«Basta seguire l'evoluzione della stampa popolare: Clic! Pic! Occhio, Bang! Ora, Bing! Là! Qua! Su! Giù! Guarda! Fuori! Sali! Scendi! Uf! Clac! Cic! Eh. Pardon! Etcì! Uh! Grazie! Pim, Pum, Pam! Questo il tenore dei titoli. Sunti dei sunti. Selezioni dei sunti della somma delle somme. Fatti e problemi sociali? una colonna, due frasi, un titolo. Poi, a mezz'aria, tutto svanisce. Il cervello umano rotea in ogni senso così rapidamente, sotto la spinta di editori, sfruttatori, radiospeculatori, che la forza centrifuga scaglia lontano e disperde tutto l'inutile pensiero, buono solo a farti perdere tempo.»

Mildred aveva cominciato ora a lisciare le coperte del letto. Montag sentì un tuffo al sangue, quando la moglie si dette a sprimacciargli il cuscino. Proprio in quel momento gli stava tirando una spalla per farlo muovere e così sfilargli il cuscino da sotto, batterlo un po' e rimetterglielo dietro la schiena. E forse lanciare un grido di sorpresa, gli occhi sbarrati, o, più semplicemente, allungando una mano, dire: "Toh! che cos'è questo?" e alzare il libro nascosto con candore commovente.

«La durata degli studi si fa sempre più breve, la disciplina si allenta, filosofia, storia, filologia abbandonate, lingua e ortografia sempre più neglette, fino ad essere quasi del tutto ignorate. La vita diviene una cosa immediata, diretta, il posto è quello che conta, in ufficio o in fabbrica, il piacere si annida ovunque, dopo le ore lavorative. Perché imparare altra cosa che non sia premere bottoni, girar manopole, abbassar leve, applicar dadi e viti?»

«Dammi un momento il cuscino» disse Mildred.

«No!» sibilò Montag.

«La chiusura lampo ha spodestato i bottoni e un uomo ha perduto quel po' di tempo che aveva per pensare, al mattino, vestendosi per andare al lavoro, ha perso un'ora meditativa, filosofica, perciò malinconica.»

«Su, dammelo» disse Mildred.

«Vattene!» disse Montag.

«La vita diviene così un'immensa cicalata senza costrutto, Montag, tutto

diviene un'interiezione sonora e vuota...»

«Ahaahn!» fece Mildred, dando uno strattone al cuscino.

«Per amor di Dio, lasciami vivere!» gridò Montag appassionatamente. Beatty guardò i due con occhi sbarrati.

La mano di Mildred sembrava essersi congelata sotto il cuscino. Le dita

seguivano il contorno del volume e a misura che la forma le si rivelava per quello che era, sul suo volto apparve prima un grande stupore, poi lo sbigottimento. Ella aprì la bocca per fare una domanda...

«Basterà vuotare i teatri, Montag, di tutto ma non dei pagliacci, e fornire ogni stanza di pareti di vetro, con bei disegni policromi che salgono e scendono su queste pareti, come coriandoli, o sangue, o sherry, o borgogna. Ti piace il baseball, non è vero, Montag?»

«Il baseball è un bellissimo giuoco.»

Ora Beatty era quasi invisibile, una voce nascosta in un punto indeterminato, dietro una cortina di fumo.

«Che cos'è questa roba?» domandò Mildred, quasi con gioia. Montag si buttò con tutto il peso del suo corpo sulle braccia della moglie. «Che cos'è questo oggetto?»

«Siedi e fai silenzio!» urlò Montag. Mildred si allontanò saltellando, con niente tra le mani. «Non vedi che stiamo parlando?»

«E ti piace giocare alle bocce, vero, Montag?» «Oh, le bocce, sì, molto.»

«E a golf?»

«Anche.»

«Pallacanestro?»

«Un giuoco bellissimo.»

«Biliardo! Boccetta? Palla ovale?»

«Giochi magnifici, tutti!»

«Più sport per ognuno, spirito di gruppo, divertimento, svago, distrazioni, e tu così non pensi, no? Organizzare, riorganizzare, superorganizzare super-super-sports! Più vignette umoristiche, più fumetti nei libri! Più illustrazioni, ovunque! La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostrade e le altre strade d'ogni genere sono affollate di gente che va un po' da per tutto, ovunque, ed è come se non andasse in nessun posto. I profughi della benzina, gli erranti del motore a scoppio. Le città si trasformano in auto- alberghi ambulanti, la gente sempre più dedita al nomadismo va di località in località, seguendo il corso delle maree lunari, passando la notte nella camera dove sei stato tu oggi e io la notte passata.»

Mildred uscì dalla stanza sbattendo la porta. Le "zie" di salotto cominciarono a irridere gli "zii" di salotto.

«Consideriamo ora le minoranze in seno alla nostra civiltà. Più numerosa la popolazione, maggiori le minoranze. Non pestare i piedi ai cinofili, ai maniaci dei gatti, ai medici, agli avvocati, ai mercanti, ai pezzi grossi, ai mormoni, battisti, unitarii, cinesi della seconda generazione, oriundi svedesi, italiani, tedeschi, nativi del Texas, brooklyniani, irlandesi, oriundi dell'Oregon o del Messico. I personaggi di questo libro, di questa commedia, di questo programma della TV non rappresentano il menomo riferimento o allusione a reali pittori, cartografi, meccanici di qualsiasi città o paese. Più vasto il mercato, Montag, meno le controversie che ti conviene comporre, ricordalo! Tutte le minoranze, fino alle infime, vanno tenute bene, col loro bagnetto ogni mattina. Scrittori, la mente pullulante di pensieri malvagi, chiudono a chiave le loro macchine per scrivere. Tutto questo è avvenuto! Le riviste periodiche divennero un gradevole miscuglio di tapioca alla vainiglia. I libri, così i critici, quei maledetti snob, avevano proclamato, erano acqua sporca da sguatteri. Nessuna meraviglia che i libri non si vendessero più, dicevano i critici; ma il pubblico, che sapeva ciò che voleva, con una felice diversione, lasciò sopravvivere libri e periodici a fumetti. Oltre alle riviste erotiche a tre dimensioni, naturalmente. Ecco, ci siamo, Montag, capisci? Non è stato il Governo a decidere; non ci sono stati in origine editti, manifesti, censure, no! ma la tecnologia, lo sfruttamento delle masse e la pressione delle minoranze hanno raggiunto lo scopo, grazie a Dio! Oggi, grazie a loro, tu puoi vivere sereno e contento per ventiquattr'ore al giorno, hai il permesso di leggere i fumetti, tutte le nostre care e vecchie confessioni con i bollettini e i periodici commerciali.»

«D'accordo, ma, e i vigili del fuoco?» disse Montag.

«Ah» Beatty si sporse in avanti, nella nebbia fumosa esalata dalla pipa. «È la cosa più logicamente conseguente, che diamine! A misura che le scuole mettevano in circolazione un numero crescente di corridori, saltatori, calderai, malversatori, truffatori, aviatori e nuotatori, invece di professori, critici, dotti e artisti, naturalmente il termine "intellettuale" divenne la parolaccia che meritava di diventare. Si teme sempre ciò che non ci è familiare. Chi di noi non ha avuto in classe, da ragazzini, il solito primo della classe, il ragazzo dalla intelligenza superiore, che sapeva sempre rispondere alle domande più astruse mentre gli altri restavano seduti come tanti idoli di legno, odiandolo con tutta l'anima? Non era sempre questo ragazzino superiore che sceglievi per le scazzottature e i tormenti del doposcuola? Per forza! Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che tutti sono felici, perché non ci sono montagne che ci scoraggino con la loro altezza da superare, non montagne sullo sfondo delle quali si debba misurare la nostra statura! Ecco perché un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l'arma. Castriamo la mente dell'uomo. Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell'uomo istruito? Cosicché, quando le case cominciarono a essere costruite a prova di fuoco, non c'è più stato bisogno di vigili del fuoco, dei pompieri, che spegnevano gli incendi coi loro getti d'acqua. Furono assegnati loro i nuovi compiti, li si designò custodi della nostra pace spirituale, il fulcro della nostra comprensibile e giustissima paura di apparire inferiori; censori, giudici, esecutori. Tu, Montag, sei tutto ciò, io sono tutto ciò.»

La porta del salotto si aprì e Mildred apparve sulla soglia, vi rimase immobile a guardare Beatty e poi Montag. Alle sue spalle le pareti erano inondate di fuochi d'artificio verdi, gialli e arancione, che scoppiettavano ed esplodevano in un musica composta quasi completamente di tamburi, tam-tam e piatti. Le labbra della donna si muovevano, dato che ella stava dicendo qualche cosa, ma la musica non faceva intendere nulla.

Beatty batté la pipa nel palmo della mano rosea, osservò la cenere come se fosse un simbolo da studiarsi per diagnosticarne un significato riposto.

«Devi ricordarti che la nostra civiltà è così vasta che non possiamo permettere alle nostre minoranze di essere in uno stato di turbamento e agitazione. Domandatelo anche tu: che cosa ci preme, in questo paese,

avanti e soprattutto? Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Voglio un po' di felicità, dice la gente. Ebbene, non l'hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro ininterrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? per il piacere e i più svariati titillamenti? E tu non potrai negare che la nostra forma di civiltà non ne abbia in abbondanza, di titillamenti...»

«Non lo nego affatto.»

Montag poté leggere dal movimento delle labbra quello che Mildred gli stava dicendo di sulla soglia; ma cercò di non guardarle la bocca, onde anche Beatty non avesse a voltarsi e leggere a sua volta quello che le labbra della donna dicevano.

«La gente di colore non ama Little Blark Sambo. Diamolo alle fiamme. I bianchi si sentono a disagio nei riguardi della Capanna dello Zio Tom. Diamo anche quello alle fiamme. Qualcuno ha scritto un libro sul tabacco e il cancro dei polmoni? I fabbricanti e i fumatori di sigarette piangono? Alle fiamme il libro! Serenità, Montag. Pace, Montag. Le tue battaglie combattile in sordina. Meglio ancora, buttale nel forno crematorio. I funerali sono dolorosi e pagani? Annulliamo anche i riti funebri. Cinque minuti dopo la sua morte, un individuo è già a bordo d'uno degli elicotteri per il servizio rapido di trasporto delle salme ai crematoi di tutta la nazione. Dieci minuti dopo la sua morte, lo stesso individuo non è che un granello di polvere nera, un frammento di fuliggine. E non stiamo a perderci in chiacchiere sugli uomini la cui fama va eternata nei servizi funebri. Non ci pensiamo nemmeno! Bruciamo tutto, bruciamo ogni cosa! Il fuoco è luce e soprattutto è purificazione!»

I fuochi d'artificio si spensero nel salotto alle spalle di Mildred. Nello stesso tempo, ella aveva cessato di parlare: miracolosa coincidenza. Montag trattenne il fiato.







«C'era una ragazza nella famiglia dei nostri vicini» disse, lentamente. «Non c'è più, ora, morta, credo. Non riesco nemmeno a ricordarne la faccia. Ma era differente da tutti. Come... come è stato possibile, questo?»

Beatty sorrise.

«È una cosa che succede ancora, ogni tanto. Clarisse McClellan? C'è tutta una pratica sulla sua famiglia, in archivio. Li teniamo d'occhio molto assiduamente. Ereditarietà ed ambiente sono cose buffe. Non ci si può liberare in qualche anno di tutti quelli che deviano. L'ambiente domestico

può distruggere gran parte di quello che cerchi di costruire nella scuola. È per questo che abbiamo sempre più abbassato l'età minima in cui è obbligatorio frequentare gli asili infantili, al punto che oggi strappiamo il bambino all'ambiente familiare praticamente quand'è ancora in fasce. Abbiamo avuto dei falsi allarmi a proposito dei McClellan, fin da quando abitavano a Chicago. Ma non siamo mai riusciti a trovare un solo libro in casa loro. Lo zio aveva una fedina piuttosto contraddittoria; in sostanza, è un antisociale. La ragazzina? Era una bomba a orologeria. La famiglia costruiva sul suo subcosciente, ne sono certo, a giudicare dalla sua schedina scolastica. Non voleva sapere, per esempio, come una cosa fosse fatta, ma perché la si facesse. Cosa che può essere imbarazzante. Ci si domanda il perché di tante cose, ma guai a continuare: si rischia di condannarsi all'infelicità permanente. Per quella povera figliola è stato molto meglio essere morta.»

«Sì, meglio per lei essere morta.»

«Per fortuna, eccentrici come lei se ne incontrano pochi. Sappiamo come correggerli fin da quando sono ancora piccini. Non puoi costruire una casa senza chiodi e legname. Se vuoi che la casa non si costruisca, fa' sparire chiodi e legname. Se non vuoi un uomo infelice per motivi politici, non presentargli mai i due aspetti di un problema, o lo tormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora, non proporgliene nessuno. Fa' che dimentichi che esiste una cosa come la guerra. Se il governo è inefficiente, appesantito dalla burocrazia e in preda a delirio fiscale, meglio tutto questo che non il fatto che il popolo abbia a lamentarsi. Pace, Montag. Offri al popolo gare che si possono vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell'Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l'anno passato. Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di "fatti" al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d'essere "veramente bene informati". Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia onde possano pescar con questi ami fatti ch'è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza. Chiunque possa far scomparire una parete TV e farla riapparire a volontà, e la maggioranza dei cittadini oggi può farlo, sarà sempre più felice di chiunque cerchi di regolo-calcolare, misurare e chiudere in equazioni l'Universo, il quale del resto non può esserlo se non dando all'uomo la sensazione della sua piccolezza e della sua bestialità e un'immensa malinconia. Lo so, perché ho tentato anch'io; ma al diavolo cose del genere. Per cui, attaccati ai tuoi circoli sportivi e alle tue gite, ai tuoi acrobati e ai tuoi maghi, ai tuoi rompicolli, autoreattori, motoelicotteri, donne ed eroina, e ad ogni altra cosa che abbia da fare coi riflessi condizionati. Se la commedia non vale niente, se il film non sa di nulla, se la musica è sorda, punzecchiami col pianoforte elettronico, fragorosamente. Io crederò di rispondere alla musica, quando invece si tratta soltanto di una reazione tattile alla vibrazione. Ma che m'importa? Tanto, a me piacciono i divertimenti solidi e compatti.»

Beatty si alzò.

«Ora devo andarmene. La lezione per oggi è finita. Spero di avere un po' chiarito la situazione. Ma la cosa che devi ricordare, Montag, è che noi siamo gli Happiness Boys, i militi della gioia, tu, io, gli altri incendiarii. Noi ci opponiamo alla meschina marea di coloro che vogliono rendere ogni altro infelice con teorie e ideologie contraddittorie. Siamo noi che abbiamo posto mano alla diga. Teniamo duro. Non lasciamo che il torrente della tristezza e del pessimismo inondi il pianeta. Noi contiamo su di te. Non credo che tu ti renda conto di quanto tu sei importante, di quanto lo siamo noi tutti, per il nostro mondo felice quale è oggi.»

Beatty strinse la mano molle di Montag. Montag era ancora seduto nel letto, quasi che la casa gli crollasse intorno e lui non potesse muoversi, nel suo letto. Mildred era scomparsa dalla soglia.

«Un'ultima cosa» disse ancora Beatty. «Almeno una volta, nella sua carriera, ogni milite del fuoco sente un prurito: che cosa dicono i libri? si chiede. Oh, la voglia di grattarsi, per amor di quel prurito, eh, Montag? Ebbene, ti do la mia parola, Montag, ne ho letto qualcuno, ai miei tempi, per sapere che cosa dovessi combattere, e ti posso assicurare che non dicono nulla! Nulla che tu possa credere o insegnare. Parlano di persone che non esistono, frutto dell'immaginazione, quando si tratti di narrativa. E se non si tratta di narrativa, sono cose ancora peggiori, diatribe tra professori che si danno reciprocamente dell'idiota, urla di filosofi alla gola l'uno dell'altro. E tutti corrono affannati qua e là, a spegnere le stelle e ad offuscare il sole. Ne esci, alla fine, perduto.»

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