Wim Wenders
Il saggio offre una lettura del film di Wim Wenders Il cielo sopra Berlino (1987) attraverso la lente – rovesciata – del mito di Prometeo. Laddove nella dimensione mitologica l’individuo vive un’evoluzione della propria condizione grazie al dono divino del fuoco, portatore simbolico di progresso e conoscenza, nell’opera di Wenders tra gli angeli protagonisti del film c’è chi rinuncia al proprio stato angelico per il desiderio di assimilarsi all’uomo e alla sua condizione mortale. L’uscita dall’eternità affrontata dall’angelo Damiel corrisponde così alla scoperta della sensorialità e dell’emotività, ma soprattutto a un’entrata nella storia e nella finitezza temporale. Parola e immagine sono i due orizzonti sui quali si struttura la vicenda e in particolare l’universo della scrittura e delle parole costituisce il legame tra le due dimensioni, umana e angelica, nonché una prometeica forma di progresso.
Fonte: http://www.arabeschi.it/il-cielo-sopra-berlino-conquista-del-e-nostalgia-dellumano/