Il Terzo Reich
Romeo Castellucci

L'installazione si basa sulla rappresentazione spettrale di tutti i nomi del vocabolario italiano, proiettati ad alta velocità. La sequenza, commisurata alla capacità visiva e mnemonica, sfiora la soglia di fusione, enfatizzando il punto critico prima della perdita percettiva. Questo susseguirsi frenetico mira a saturare la corteccia visiva, costringendo lo spettatore a subire la parola umana come quantità, non qualità. La serialità meccanica dei nomi suggerisce un linguaggio-macchina che annulla la scelta e il discernimento, riconducendo il linguaggio al rumore bianco del caos. "Il Terzo Reich" rappresenta una comunicazione imposta e violenta, equiparata dalla pretesa di uguaglianza. Le pause, assenti, diventano il campo di battaglia, e i nomi del vocabolario sono le bandiere di una conquista linguistica. L'azione simbolica precedente e il suono apodittico contribuiscono a un'esperienza coinvolgente.
2020
ARTE

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